Consegna delle firme raccolte dal Coordinamento dei Comitati in della difesaa sanità e dell’Ospedale della MVT territoriale

 

Si è svolta venerdì 05 aprile 2024 alle 10.30 nella Sala Multimedia Regione Umbria la conferenza stampa di presentazione e consegna delle firme raccolte dal Coordinamento dei Comitati in dell difesaa sanità territoriale e dell’Ospedale della MVT rappresentati da Alvaro Grossi per Marsciano, Paolo Ferracchiatie Maurizio Pierdomenico per Todi.

Prima di entrare nel merito della nostra proposta oggetto dell’incontro odierno riteniamo opportuno fare una breve sintesi del percorso che ci ha portato qui questa mattina.

Ci teniamo a sottolineare che ci siamo interessati ed abbiamo volto la nostra attenzione sull’ospedale MVT, quale unico presidio sanitario per la MVT degno di questo nome, ma non per questo vogliamo che sia trascurata la parte assistenziale, come ad esempio la telemedicina, ecc… sviluppi che sono particolarmente necessarie in un territorio come il nostro dove, spesso, le distanze fanno la differenza sia in termini di tempi di risposta sia per il bisogno di nuovi e più capillari servizi.

Siamo partiti esattamente 4 anni fa, nell’aprile 2020 con la creazione di un gruppo social, visto che non era possibile fisicamente causa pandemia, denominato “Ospedale Pantalla, occhi aperti”!

Ecco, questo è il punto “occhi aperti” in quanto fin da subito ci era chiaro il pericolo a cui andavamo incontro sulle sorti dell’ospedale della MVT (Pantalla) con la trasformazione in Covid Hospital.

 Non abbiamo mai compreso perché venne scelto il nosocomio di Pantalla visto che non aveva i requisiti normativi. Del perché non si sia scelto di destinare un blocco al Covid lasciando attivo il resto.

Le risposte andavano nella direzione di affrontare l’emergenza e come cittadini abbiamo accettato per il bene comune, rassicurati che appena terminata la pandemia l’ospedale sarebbe tornato come prima anzi sarebbe stato potenziato e valorizzato.

Lo spirito collaborativo non ci ha fatto abbassare la guardia, tutt’altro abbiamo continuato a monitorare e protestare.

Lo stato dell’Ospedale è andato sempre peggiorando a causa di un depotenziamento continuo, trasferimento di personale e apparecchiature verso altre strutture a cui si è aggiunto il turismo sanitario dei pazienti sia per prestazioni ambulatoriali, quando possibile, sia per interventi chirurgici. Mete più gettonate Branca e Città di Castello per le acuzie e tutta l’Umbria per visite ambulatoriali.

Terminata la fase pandemica ci aspettavamo un importante cambio di passo in direzione della riattivazione e potenziamento. Aspettativa delusa.

Tra le motivazioni il famoso DM 70/2015 che inquadra Pantalla come Ospedale di base.

Ci permettiamo di ricordare che l’Ospedale della MVT rappresenta già il risultato di una riorganizzazione ospedaliera passata attraverso la chiusura degli ospedali di Todi e Marsciano per circa 200 posti letto, per confluire nella nuova sede con 100 posti letto.

La nuova delibera, del dicembre 2023, che ridefiniscono i posti letto ci portano indietro non avanti.

Non si comprende come mai in fase Covid l’Ospedale veniva incensato come nuovo, attrezzatissimo, baricentrico e strategico tra Perugia e Terni e dopo tutto ciò non aveva più valore.

Non si comprende come mai il DM 70/2015 vale solo per Pantalla e non per altri nosocomi visto che tutti sono in deroga. Deroghe che non valgono per Pantalla!

Non si comprende come mai da Perugia a Terni non esista un ospedale degno di nota mentre al nord ne abbiamo in quantità tale che anche i cittadini della MVT sono deportati in tali strutture.

Abbiamo volutamente utilizzato la terminologia forte di deportazione in quanto non è una scelta ma una forzatura per assenza di posti e servizi a Pantalla.

Nel tempo si è aggravata pesantemente anche la disponibilità di servizi ambulatoriali sia per la difficoltosa e tardiva riattivazione degli spazi ospedalieri sia per il blocco delle liste di attesa. Tutto ciò ha comportato uno sviluppo del turismo sanitario non più sostenibile per moltissimi cittadini costretti a rinunciare alle cure o rivolgersi al privato.

Lo scenario descritto ci ha portato a confrontarci, studiare, analizzare, verificare possibili soluzioni che vadano oltre la protesta. Da qui la raccolta firme per chiedere che l’Ospedale della MVT venga assorbito,attraverso una fusione nell’AziendaOspedaliera di Perugia che si dovrà far carico per intero della gestione tecnica, sanitaria ed economica, assumendo funzioni di DEA 1° livello e non limitarsi ad una pseudo convenzione che lascia aperte mille interpretazioni.

Contestualmente si richiede il ritiro della DGR n. 1339 del 28.12.2024. “Provvedimento generale di programmazione della Rete Ospedaliera regionale ai sensi del D.M. 70/2015”.

La proposta consentirebbe una reale integrazione e interazione con Perugia aprendo scenari per decongestionare alcuni servizi, pensiamo ad esempio al DH oncologico, oppure all’implementazione di servizi di Otorino, Oculistica, Ortopedia sottoutilizzati nella sede perugina.

A Pantalla potrebbero vedere maggior risalto alcune eccellenze presenti come la Procreazione Medica Assistita, la Diagnostica cardiovascolare oltre all’implementazione del Centro Regionale di Telemedicina.

Oggi depositiamo le prime 5.751 firme ma stiamo proseguendo nella raccolta che porterà nei prossimi mesi alla consegna di un nuovo blocco perché tenteremo fino all’ultimo secondo di ottenere un servizio sanitario ospedaliero e territoriale degno di questo nome!

Ci spetta come cittadini e come riconoscimento di quanto dato in fase pandemica per il territorio.

 

 

Riflessioni sulla diretta pasquale 2024 del Sindaco di Todi: nuove aperture e sfide inascoltate

La diretta pasquale del 29 marzo 2024 del sindaco di Todi Antonino Ruggiano offre lo spunto per qualche riflessione

 

Un passaggio colpisce particolarmente, ovvero quello in cui, con soddisfazione, rende noto che nel centro
storico, a cavallo di Pasqua, apriranno (hanno aperto) i battenti tre nuove attività commerciali. Tale
circostanza, riassumendo le parole del Sindaco, sarebbe la prova della vivacità commerciale di Todi e
che sarebbe sbagliato rimarcare solo le cose negative.
Ovviamente l’apertura di nuove attività rappresenta un fatto positivo che nessuno può mettere in dubbio.
Nello specifico, si tratta di tre attività ristorative, una delle quali ha aperto prima di Pasqua in via Ciuffelli.

In questo caso si tratta di un cambio di gestione dopo una breve chiusura necessaria alla
ristrutturazione dei locali. La seconda attività aprirà in piazza del Popolo dove fino a pochi mesi fa
c’era un negozio di vestiti. La terza apertura, avverrà sempre a giorni, nei locali del vecchio bar che si
affacciava davanti ai giardinetti.
Tre attività al posto di altre tre e quindi, tirando le somme, il saldo tra vecchio e nuovo sarà uguale a “0”!
Si sottolinea, che dette attività verranno avviate in quella residua parte della città dove ormai si
concentrano tutti gli esercizi commerciali. Sarebbe infatti quasi folle, pensare di aprire un negozio in
quella zona del centro ricompresa tra piazza di Marte e Porta Romana, come dimostrato, peraltro, da
un video diventato virale negli ultimi giorni pubblicato dal comitato “Vivi il Centro”, che mostra lo stato
di abbandono delle vetrine dei locali chiusi da anni, proprio nel tratto di strada incriminato.
Lo stesso Comitato, con un recente sondaggio, ha peraltro messo in evidenza che solamente il 5% delle
persone viene al centro per fare acquisti. Non è un caso quindi che aprano tre ristoranti e che invece siano
sempre di più i negozi “tradizionali” che chiudono.
Attenzione però, il virus si sta propagando e dal corso sta risalendo verso la piazza…basta fare una
passeggiata meno distratta del solito e osservare i cartelli di “cedesi-affittasi attività” su alcune vetrine.
Sorgono spontanee alcune banali domande. Perché il Sindaco non menziona il numero delle attività che
hanno chiuso per sempre negli ultimi dieci anni all’interno delle mura?
Perché il Sindaco, quando governavano altri, faceva post in cui sottolineava la chiusura di alcune attività
e oggi ritiene che sia una sorta di “tifo contro” sottolineare lo stato in cui versa il commercio tuderte?
Perché non comprende che il centro storico non è solamente la parte più alta dell’acropoli?
Chiaramente chi governa vuole gestire il consenso e lo può fare in diversi modi. Il nostro Sindaco ha
scelto la strada della rassicurazione, quella del padre che sull’orlo di un burrone dice al figlio pur
sapendo di mentire: “Stai tranquillo, andrà tutto bene”. Un atteggiamento paternalistico che
evidentemente fa ancora presa su molti che vogliono sentir parlare solo di cose positive, preferendo farsi
propinare una storia diversa piuttosto che affrontare la realtà. Di fronte a una narrazione così
ingannevole, ci perde Todi perché non viene messo a terra nessun progetto di vero rilancio della città e ci
guadagna chi amministra che può comodamente gestire il consenso dei propri elettori.
Un vecchio detto recita che il “medico pietoso fa la piaga puzzolente”. Gli abitanti di Todi non hanno
bisogno di una pacca sulle spalle ma di verità, per quanto cruda e difficile! I tuderti sono disposti “a
gettare il cuore oltre l’ostacolo” e a “guardare le stelle” per usare le parole del Sindaco – come
dimostrano queste nuove aperture – ma a patto che non siano lasciati soli ad affrontare problemi
apparentemente insormontabili legati all’accessibilità, al calo demografico, al mutamento del mercato.
La speranza si nutre con le idee, non con i proclami.
Invece no, sotto lo slogan la “vita è bella”, si sotterrano i problemi per non vederli, e ci si nutre di una
narrazione pericolosamente illusoria e intrisa di retorica.
Spesso si dice che i politici siano artisti della bugia, avendo la capacità di piegare la rappresentazione
della realtà ai propri fini. Tuttavia, ascoltando il nostro Sindaco, viene quasi il dubbio che ormai creda a
ciò che narra, come se nella sua mente si fosse sedimentato il racconto idilliaco di una città perfetta,
appunto la città più vivibile anche se ci si chiede per chi.
É giunta l’ora che il Sindaco esca dalla sua stanza dorata, si faccia una passeggiata per la città…tutta, e
abbia il coraggio di dire come stanno le cose, proponendo un progetto per uscirne. Questo atteggiamento

non solo concorrerebbe a fornire una visione reale sul futuro, ma incontrerebbe il consenso e la
collaborazione di tutti, a prescindere dal colore politico.
La vita è bella anche se si parla di problemi e di difficoltà, la Todi invece di cui parla il Sindaco è un
piccolo paradiso da rivista patinata, che vive solo nella sua mente. Che il Sindaco si svegli prima che i suoi sogni diventino l’incubo dei tuderti!

” Un tuderte mai prono…”

Comunicato stampa Gruppo Consiliare PD Comune di Todi

” RUGGIANO NELLA CONFERENZA DEI SINDACI DELL’AUSL UMBRIA 1, OVVERO LA VOLPE A GUARDIA DEL POLLAIO “

Apprendiamo della nomina del Sindaco Antonino Ruggiano a componente del Consiglio di Rappresentanza della Conferenza dei Sindaci dell’AUSL Umbria 1, organo “esecutivo” attraverso cui svolge le proprie funzioni la suddetta conferenza, strumento di rappresentanza dei Comuni per l’espressione delle esigenze sanitarie del territorio con funzioni di indirizzo e controllo sull’attività socio-sanitaria e di partecipazione alla programmazione. Cioè quelle funzioni che più volte abbiamo chiesto che il Sindaco di Todi esercitasse e che lui ha sempre dichiarato non gli competessero. Infatti in questi anni si è ben guardato dal rappresentare le istanze che venivano da cittadini, comitati, sindacati, partiti e rappresentanti istituzionali nelle sedi opportune, compresa la Conferenza dei Sindaci dell’AUSL Umbria 1.
Viene in mente la famosa metafora della volpe a guardia del pollaio. Metafora avvalorata ancor più dal fatto che il prossimo tema che verrà sottoposto all’attenzione del Consiglio dei Sindaci riguarderà proprio la situazione degli ospedali territoriali e dei distretti sanitari, argomento che incide sulla carne viva delle persone e su cui il primo cittadino tuderte si è reso protagonista, dall’insorgere della pandemia, di un complice gioco di sponda con la Giunta Regionale presieduta da Donatella Tesei che ha letteralmente portato al massacro la sanità territoriale ed il presidio ospedaliero della Media Valle del Tevere.
È incredibile come in questi anni Ruggiano, fedele scudiero di Tesei e Coletto (ci ricordiamo la campagna elettorale di poco meno di due anni fa in cui Ruggiano andava promettendo due posti letto di terapia intensiva a Pantalla insieme all’ineffabile assessore veneto?), pur dicendosi un non professionista della politica, abbia accumulato incarichi su incarichi e ricche prebende senza mai dedicarsi al bene comune della cittadinanza tuderte, lavorando scientemente in modo maldestro, anzi, in importanti organi amministrativi come l’AURI, a detrimento della propria comunità, lesa sotto due aspetti fondamentali: la salute e l’ambiente.
La vita è bella; l’ennesima “poltrona” da occupare senza pensare alla propria comunità ancora di più.

Centro storico di Todi: i dati del varco elettronico

Dal 1 gennaio è stato attivato il varco elettronico all’altezza del Tempio della Consolazione, principale ingresso al centro storico di Todi. Il sistema ha permesso di monitorare in modo puntuale e costante, ora per ora, gli accessi veicolari in città.
Dopo un mese di rilevazioni è possibile disporre ora di rapporto statisticamente significativo dal quale emerge che, dal lunedì al venerdì, entrano dal varco ogni giorno dai 1.500 ai 1.600 mezzi, con punte anche di 1.800 veicoli al giorno; al sabato la media scende a 1.250, mentre la domenica, con la ZTL attiva per l’intera giornata, a poco più di 800 transiti.
In pratica, considerando che il varco non rileva pressoché traffico tra le 23 e le 7 del mattino, siamo di fronte ad una media di oltre 100 automezzi l’ora dalle 7 del  mattino alle 19 della sera.
“In realtà – precisa il Sindaco di Todi Antonino Ruggiano – la rilevazione elettronica è iniziata a dicembre, periodo che complici le festività natalizie si è ritenuto non potesse fare testo. Ora, alla luce dei dati di gennaio, siamo in grado di stimare tra le 500 mila e le 600 mila vetture e furgoni all’anno che salgono dalla Consolazione al centro storico”. Si tratta peraltro di numeri che non tengono conto di quanti accedono a piazza del Popolo salendo da Santa Prassede e di coloro che fanno invece ricorso al parcheggio del Mercataccio e neppure dei maggiori flussi che si registrano durante la stagione turistica, da marzo a ottobre.
Cosa fare ora di questa rilevazione? “Innanzitutto – spiega il Sindaco – abbiamo dei dati oggettivi per riflettere e assumere delle determinazioni. Con la Polizia municipale stiamo ulteriormente affinando l’analisi dei dati, i riscontri sulle targhe autorizzate nelle ore di ZTL, il ricorso o meno ai parcheggi interni alla città, l’utilizzo nelle stesse ore delle aree di sosta all’esterno, sia quelle libere che a pagamento, così da avere una fotografia quanto più completa e reale da condividere e sulla quale ragionare”.
Oltre all’attivazione del varco elettronico, da diverse settimane gli uffici stanno mettendo insieme i diversi aspetti per addivenire ad un nuovo piano del traffico che dovrà tenere conto, in prospettiva, anche di quanto si sta facendo sul fronte della rigenerazione e della mobilità urbana ed anche delle rilevazioni in corso ad opera dei vigili urbani.

Lettera aperta di Maurizio Pierdomenico pubblicata integralmente

Non è consuetudine di todinforma.it pubblicare lettere aperte, ma questa volta viene fatto in modo del tutto eccezionale,per cui tale modalità non verrà più ripetuta

Egregio Signor Sindaco Avvocato Antonino Ruggiano con riferimento alle Sue affermazioni in sede di consiglio comunale del 25 gennaio u.s. mi permetto di dissentire in merito alle dichiarazioni da Lei espresse “… senza sprezzo del ridicolo raccontare le bugie ai cittadini italiani”; “… è più conveniente inventarsi le cose”. Dissento in quanto mi sento direttamente coinvolto come cittadino che fa affermazioni a Lei non gradite e, quindi, sempre secondo Lei, false.

Premetto che non intendo entrare nel merito delle attività del consiglio comunale durante il quale ha definito la discussione una “pantomima” ma, confesso di non avere compreso a chi era rivolta l’etichetta, se a coloro che cercavano di sostenere una discussione con argomentazioni o a chi taceva e alzava la mano. Ma questa è una mia mancanza.

Egregio Signor Sindaco, non è questione di dire o meno bugie o di avere la verità in tasca ma di visione del mondo che è diversa.

Lei ha citato il “Libro Bianco sull’incenerimento dei rifiuti urbani” (settembre 2020) dimenticando, ma penso sia una svista, l’altro studio, molto interessante, “Rapporto sul recupero energetico da rifiuti in Italia”del 2023 con dati riferiti all’anno 2022. Bene io li ho letti entrambi come penso abbia fatto anche Lei. Entrambi sono molto, se non totalmente, vicini alla Sua visione.

Mi consenta alcune osservazioni a partire da chi firma (non come autore su cui non mi permetto di eccepire) le due pubblicazioni: “UTILITALIAimprese acqua ambiente energia”. Ecco, io qualche domanda me la sono fatta. Per carità tutto legittimo però se pensiamo che UTILITALIA racchiude tutte le aziende interessate al tema, di cui è presidente Filippo Brandolini (Presidente HERAMBIENTE Spa Bologna), Vicepresidente Vicario Luca Dal Fabbro (Presidente IREN Spa Reggio Emilia),Vicepresidente Roberto Tasca (Presidente del Consiglio di amministrazione di A2A S.p.A. A2A Brescia) per citare alcuni nominativi significati, qualche perplessità sorge spontanea.

A me non interessa fare una gara a chi mette sul tavolo la bibliografia più lunga di studi come quelli sopra citati o di posizione completamente diversa (di cui mi auguro abbia letto qualcosa) anche perché né Lei né il sottoscritto siamo depositari della verità. Abbiamo sposato due visioni diverse che mi spingono a dire che sono contrastanti, mai che Lei dica bugie o dichiari il falso. Io ho dei timori, Lei no. Benissimo.

Restando in Umbria e mettendo da parte quanto descritto in precedenza. Io ritengoche in Umbria non occorra un inceneritore in quanto non abbiamo quantità idonea di rifiuto da bruciare o siamo al limite, rispetto alla capacità di quello proposto. E, se come ci auguriamo tutti tra cui anche Lei visto che è molto orgoglioso dei risultati di RD raggiunti a Todi, abbiamo un miglioramento della raccolta differenziata (in particolare il folignate e spoletino), riusciamo a recuperare i tessili con il nuovo impianto per i pannolini (questa è la strada!), incrementiamo il riuso attraverso i centri dedicati, facciamo una vera prevenzione (ad oggi è blanda) potrà facilmente intuire che i rifiuti da bruciare saranno ancora meno. Come alimenteremo per 30 anni l’inceneritore? Perdoni se continuo a chiamarlo “inceneritore”, d’altronde, anche il Libro Bianco da Lei citati titola“sull’incenerimento dei rifiuti urbani” e nel testo riporta i termini “Termovalorizzatore 18 volte; Termovalorizzatori 1 volta; Termovalorizzati 1 volta” mentre “Inceneritori 65 volte; Inceneritore 24 volte; Incenerimento 69 volte; Inceneriti 1 volta; Incenerito 1 volta”.

Mi permetto di fare mia, per quello che può valere, la posizione del prof. Piergiorgio Manciola (Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio dell’Università di Perugia) espressa nella seduta del Comitato Tecnico Scientifico del 15.11.2021 su Piano Regionale Rifiuti che Lei sicuramente conosce bene.

Testo riportato dal verbale di seduta del CTS: “Il prof. Manciola propone che il Piano possa prevedere soluzioni innovative con valenza ambientale prevedendo anche interventi sperimentali riguardanti l’utilizzo del CSS di qualità in impianti di gassificazione e la pirolisi dei fanghi di depurazione. A titolo personale il prof. Manciola evidenzia che la soluzione 1, prevedendo il trattamento termico di tutto il RUR fino a 130.000 t/anno (incenerimento con recupero energetico diretto), presenta diverse criticità legate alla gestione dei fumi e alla localizzazione per la realizzazione di un nuovo impianto di incenerimento. Il prof. Manciola ritiene che tale soluzione sia in larga parte tecnologicamente superata.”

Io ho gli stessi dubbi.

Manifestare questi dubbi è dire bugie oppure fa parte di una discussione?

La discussione sulla localizzazione la lascio ad altri.

Maurizio Pierdomenico

COMUNICATO STAMPA GRUPPO CONSILIARE PARTITO DEMOCRATICO TODI

RUGGIANO E LA SUA MAGGIORANZA VOTA IL SECONDO NO AL NO ALL’INCENERITORE A TODI

 

Ancora una volta su iniziativa dell’opposizione, all’ultimo Consiglio Comunale di Todi si è discusso sul tema della possibile costruzione dell’inceneritore dell’Umbria a Todi.

Il consiglio comunale del 23 novembre scorso era già servito per far riconoscere a Ruggiano che il territorio del Comune di Todi è tra quelli individuati dalla Regione come idonei a realizzare l’inceneritore.  Sindaco e maggioranza, in quella seduta, hanno dichiarato che condividono il Piano di gestione integrata dei rifiuti della regione, che prevede anche l’inceneritore e hanno votatono alla proposta di dire no all’inceneritorea Todi. Dopodiché Ruggiano ha cominciato una campagna di comunicazione nel tentativo di cambiare la realtà: ha ripreso le dirette Facebook, (come se ci fosse la pandemia!) e ha cominciato a organizzare assemblee pubbliche nelle frazioni interessate alla realizzazione dell’impianto. Durante queste esternazioni una volta racconta che in realtà il territorio della MVT non è area idonea alla costruzione; un’altra volta dice che sì, in effetti, è idoneo il nostro territorio, ma comunque l’inceneritore non si farà, poi afferma che è un peccato perché è una grossa occasione che la città perde. Il tutto condito da attacchi aperti all’opposizione e ai cittadini che osano costituire comitati diffondendo falsità. Lui, povero! Sentendosi nell’angolo, insulta: bugiardi, terroristi, incapaci di fare i conti, incompetenti, tuona!

Sindaco e maggioranza hanno avuto l’occasione di mettere uno stop tecnico alla realizzazione dell’inceneritore a Todi, l’ordine del giorno dei gruppi di opposizione proponeva una modifica delle Norme Tecniche Attuative del PRG, per aumentare le distanze degli impianti insalubri di prima classe (l’inceneritore è di questo tipo) dai centri abitati da 500 a 1500 metri.Questo per rendereinidoneo il territorio del Comune di Todi alla realizzazione dell’impianto di incenerimento dell’Umbria. Era una proposta tecnica, che non obbligava ad esprimere contrarietà al piano regionale dei rifiuti, ma che semplicemente avrebbe consentito di porre un impedimento concreto alla costruzione dell’inceneritore a Todi.  Nessuno della maggioranza è intervenuto nella discussione seguita all’esposizione dell’ordine del giorno, il Sindaco ha ricominciato con gli insulti. Nella foga dell’assalto gli è scappata una castroneria: “volete realizzare quel tipo di impianto in zona agricola” ha accusato. Se ne deduce che quindi l’inceneritore si farà comunque e che se si ponessero i limiti alle distanze si dovrebbe costruire in zona agricola. Sindaco e maggioranza hanno votato contro.

Questa la cronaca di una seduta di Consiglio in cui Sindaco e maggioranza hanno definitivamente gettato la maschera: loro l’inceneritore a Todi e in Umbria lo vogliono, noi pensiamo sia una scelta obsoleta, che contraddice le politiche di transizione ecologica verso la sostenibilità ambientale. Quello che Todi e l’Umbria vantano in termini di raccolta differenziata dei rifiuti rispettivamente 77% e il 68%, ottenuto con sacrifici e pesanti costi a carico dei cittadini (a Todi l’applicazione della TARI puntuale ha comportato l’aumento dei costi di gestione e quindi della tariffa da 3,078 milioni del 2017 a 3,800 milioni nel 2023) sarebbe vanificato dalla realizzazione di un impianto che ipoteca il futuro della regione per i prossimi 25/30 anni. La UE dal 2020 considera gli inceneritori una scelta residuale per la gestione dei rifiuti e non li finanzia più, considerando l’economia circolare, in cui si privilegiano riciclo e riuso dei materiali di scarto, il futuro. Perché il cuore verde dell’Italia dovrebbe scegliere il fumo nero della ciminiera di un inceneritore per costruire il suo futuro? Quali interessi stanno garantendo Tesei e Ruggiano? Certo non quelli di Todi!

DELIBERATA LA RIORGANIZZAZIONE DELLE STRUTTURE OSPEDALIERE UMBRE OSSIA LO SMANTELLAMENTO DEI SERVIZI SANITARI: LA SOLUZIONE FINALE!

COMUNICATO STAMPA RICEVUTO DA : CIVICI X TODI

GRUPPO CONSILIARE CIVICI X TODI – FABIO CATTERINI

 

La Giunta regionale il 28 dicembre ha deliberato l’atto di riorganizzazione della Rete Ospedaliera Regionale. 

 Per gli abitanti della Media Valle del Tevere è la certificazione del definitivo, programmatico, depauperamento dell’Ospedale di Pantalla, il quale perde ogni autonomia, dice addio alle specialità di chirurgia plastica, pediatria, urologia, gastroenterologia, oncologia. 

Chiaramente delle terapie intensive promesse da Coletto a giugno 2022, ossia nel pieno della campagna elettorale per le amministrative tuderti, non vi è traccia. 

 Tutto in nome di una pretesa razionalizzazione, basata su numeri, addizioni e sottrazioni, senza tenere in alcun conto le specificità dei territori. 

 La Giunta lamenta il numero eccessivo delle strutture e la inadeguatezza delle loro dimensioni, con un solo DEA di I livello con oltre 300 posti letto ed ospedali di base per la maggior parte sotto ai 120 posti letto (i più grandi sono Umbertide con 148 posti letto e Pantalla con 100 posti letto). 

I Pronto Soccorso vengono definiti “non pienamente efficienti” a  causa della “struttura fisica delle sedi ospedaliere” (?). 

 Preso atto dell’impossibilità di realizzare rapidamente nuove strutture ospedaliere, la Giunta ritiene che la soluzione sia quella di “limitare la parcellizzazione dei posti letto per disciplina”, quindi programma di sopprimere quà e là alcune specialità (è il fulcro della cd “razionalizzazione”), per raggrupparle nelle strutture sede di DEA, lasciando agli ospedali di base solo 3 o 4 specialità, peraltro non gestite in autonomia, ma sotto la direzione delle stesse sedi DEA, che in tal modo ne avrebbero il controllo, compresa la programmazione degli interventi chirurgici. 

Tutto questo per arrivare, secondo la Giunta, ad una configurazione ottimale costituita da 2.850 posti letto per acuti e 651 per post acuti (totale 3.501) suddivisi in 2 Aziende Ospedaliere Universitarie sede di DEA di II livello (con circa 1.400 posti letto totali); 4 Ospedali DEA di I livello con 300 posti letto cadauno (per un totale di circa 1.200 posti letto); 4 Strutture riabilitative con 100/150 posti letto cadauno oltre, last but not last, strutture private per coprire le necessità residue di posti letto per acuti e post- acuti. 

 Nella visione della Giunta vi dovrebbero essere 10 sedi ospedaliere anziché 18 (le attuali); gli ospedali di base (es. quello della Media Valle del Tevere) non vengono menzionati, quindi apparentemente sono superflui o peggio dannosi (!). 

La soluzione “ponte” della Giunta quindi è quella di aggregare funzionalmente ciò che è separato fisicamente (una sorta di trasmutazione del piombo in oro), ossia in termini “colettiani”, “efficientare la rete senza ridurre i posti letto”. 

L’efficientamento si realizzerebbe mediante la riduzione delle discipline nelle “piccole strutture ospedaliere” (Umbertide con 148 posti letto e MVT con 100 posti letto non sono propriamente piccoli ospedali!), ossia “massimo” 3 o 4 “discipline per acuti” (id est 3 o 4 reparti per ospedale!), di cui “solo la Medicina Generale attiva anche per le urgenze” (id est per urgenze diverse, si va tutti ai DEA). 

Quanto alle discipline chirurgiche, la cura “Coletto” prevede che gli ospedali di base, oltre alle urgenze (quindi solo medicina generale) dovrebbero garantire solo interventi programmati dalla struttura DEA di riferimento “con una guardia interdivisionale notturna e festiva”, tradotto uno o più medici che nei fine settimana controllano se i pazienti ancora respirano (sic!). 

 Scendendo nel concreto e per quanto interessa la Media Valle del Tevere (con un bacino di 55.534 persone ed una estensione di  782 Km quadrati), l’ospedale di Pantalla, assieme a quelli di Castiglione del lago e Assisi sarebbero “integrati funzionalmente” con l’Azienda Ospedaliera di Perugia (DEA II livello) . 

In particolare, l’ospedale di Pantalla si dovrebbe occupare di ricoveri urgenti di “area medica di media intensità” con ricovero dal pronto soccorso o trasferiti da Perugia; ricoveri programmati di ”media intensità di cura” limitatamente alle “discipline chirurgiche presenti”, con degenze a ciclo breve (week surgery day surgery), chirurgia ambulatoriale. 

Gli interventi chirurgici sarebbero garantiti anche da “équipes chirurgiche dell’Azienda Ospedaliera di Perugia presso gli stessi stabilimenti”. 

Le visite e gli esami diagnostici sono limitati “alla tecnologia presente” nei singoli ospedali. 

Le specialità di Pantalla saranno chirurgia generale, medicina generale, ortopedia e traumatologia, ostetricia e ginecologia (con soli 4 posti letto). 

Scompaiono quindi specialità quali chirurgia plastica, pediatria, urologia, gastroenterologia, oncologia. 

Delle terapie intensive promesse da Coletto a giugno 2022, come detto, non vi è traccia. 

 Questo è quanto. 

Si tratta di una prospettiva di completo smantellamento della configurazione attuale, basata su un progetto chiaramente irrealizzabile anche nel medio periodo, ossia la costituzione, praticamente ex novo, di almeno 4 DEA di I livello con almeno 300 posti letto a testa (al momento solo Foligno garantisce questi numeri; Branca è ferma a 137, Orvieto 175, Città di Castello 182, Spoleto 147). 

La paventata integrazione degli ospedali di base con le strutture DEA di II livello si traduce in un netto depotenziamento dei primi, nei quali dovrebbero rimanere massimo 3 o 4 specialità, con sale operatorie dedicate in massima parte agli interventi programmati dalla struttura DEA. 

Nulla di buono neanche dal punto di vista delle competenze, in considerazione della precisazione dell’utilizzo delle sale da parte di equipe della struttura DEA. 

Quindi strutture depotenziate sia dal punto di vista delle specialità che delle competenze. 

 E i cittadini?  

In una organizzazione del genere, dove le specialità non sono solo suddivise, ma parcellizzate (massimo 3 o 4 specialità per struttura), la previsione è quella di spostamenti continui sia per esami che ricoveri. 

Questo a fronte di una popolazione sempre più anziana, dove gli ultrasessantacinquenni sono almeno 1/4 della popolazione (26,8%), dove i giovani emigrano, quindi gli anziani sono spesso soli, in zone non servite da mezzi pubblici (campagna, piccoli borghi). 

 Ecco il paradosso: sempre più anziani e sempre meno servizi; Cormac McCarthy o i fratelli Coen avrebbero detto che l’Umbria ”non è un paese per vecchi” anche se, in realtà, è una regione di anziani. 

 Lo sconforto, è accentuato dalla mancanza di un piano sanitario regionale, ancora al palo, quindi dalla mancanza di linee guida che diano un senso, uno qualsiasi, alla riorganizzazione stessa. 

 Come reagire? 

Il senso di impotenza è pervadente, accentuato dalla apparente indifferenza dei più. 

Riprendendo le parole di Andrea Sisti, Sindaco di Spoleto, “Tesei e Coletto, con il benestare di Zaffini, hanno “regalato” in piene festività natalizie un progetto di annientamento della sanità pubblica che vedrà la sospensione e la chiusura di servizi ospedalieri in molti territori della regione.”  

Penso al 1994, quando si paventava la chiusura dell’Ospedale di Todi; i comitati spontanei organizzarono manifestazioni alle quali parteciparono migliaia di persone. 

Oggi protestano sparuti gruppi, poche centinaia di persone. 

Eppure nessuno è indenne e tutti si lamentano. 

La generale sfiducia verso l’azione politica non è sufficiente a giustificare un atteggiamento del genere, soprattutto perchè si parla di salute. 

Al netto del risentimento e del revanscismo che domina in alcuni ambienti di destra, tale da sopraffare la ragione e distorcere, come in un caleidoscopio, la realtà, per il resto, per le persone normali, si tratta probabilmente di rassegnazione, distrazione, di atteggiamenti individualisti accentuati da decenni di imperante edonismo. 

Il nichilismo ha definitivamente sopraffatto il senso civico? 

Quanto agli amministratori Comunali, la Giunta di destra che governa Todi appare completamente allineata con la Giunta Tesei, probabilmente per gli interessi personali del Sindaco Ruggiano e del Vice Sindaco Ranchicchio, ambedue apiranti consiglieri regionali. Quindi, tutto bene madama la marchesa. 

 Non possiamo fare altro che resistere, resistere, resistere. 

COMUNICATO STAMPA “DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO NELLA MVT: UN SCONTRO CAUSATO DA UNA CONDOTTA DISCUTIBILE DELL’AMMINISTRAZIONE RUGGIANO “

GRUPPI CONSILIARI PD – CIVICI X TODI FABIO CATTERINI – SINISTRA PER TODI – TODI CIVICA – PER TODI

 

La riforma del governo Meloni in tema di dimensionamento scolastico ha previsto la riduzione delle istituzioni scolastiche sedi di dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi; la regione Umbria si accinge ad attuarla; l’amministrazione Ruggiano si è adeguata a suo modo, fingendo di tutelare gli interessi della città, ma in realtà ha messo a rischio gli equilibri e le relazioni sinergiche instaurate da lungo tempo nella Media Valle Tevere.
Chi semina zizzania normalmente raccoglie tempesta; da cittadini tuderti speriamo solo di non uscirne, ancora una volta, con le ossa rotte.

Il quadro di riferimento.
La finanziaria 2023, la prima a firma Meloni, ha varato la nuova disciplina del dimensionamento scolastico. Il governo nazionale ha rivisto, a decorrere dall’anno scolastico 2024/2025 e fino all’anno scolastico 2026/2027, i criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi e la sua distribuzione tra le regioni, tenendo conto del parametro della popolazione scolastica regionale. Per l’Umbria, con tale disciplina, è prevista in un triennio la riduzione di 9 istituzioni scolastiche, delle quali 3 nel prossimo anno scolastico, 1 nel 2025/2026 e 2 nel 2026/2027.
Dopo la definizione, nello scorso mese di agosto, delle linee guida per il dimensionamento per il prossimo anno scolastico da parte della Regione Umbria, si è aperta la fase delle interlocuzioni a livello locale per avanzare proposte da presentare ai tavoli provinciali, preparatori alla delibera regionale.
La regione Umbria, al pari delle altre e come ogni anno, avrebbe dovuto esprimersi relativamente al dimensionamento entro il 30 novembre; come previsto dalla normativa, la stessa ha optato per un differimento temporale della decisione di durata non superiore a trenta giorni.

I fatti.
In questa situazione, che prevede necessariamente la soppressione di alcune istituzioni scolastiche autonome, il Comune di Todi, bypassando completamente ogni opportuno tavolo di dialogo e confronto a livello locale e decidendo di muoversi come un elefante in una cristalliera, si è messo a seminare zizzania nella Media Valle del Tevere.
Continuando a perseguire lo splendido isolamento in cui l’amministrazione Ruggiano ha chiuso Todi, la Giunta tuderte non ha promosso un accordo dei Comuni della Media Valle del Tevere sul parere da produrre prima alla provincia e poi alla Regione; al contrario, nottetempo, alla chetichella, dividendo un comune dall’altro, aizzando la competizione territoriale, ha prodotto un risultato che sta provocando la animata protesta non solo del Comune di Marsciano, ma anche delle famiglie, dei docenti e dei dirigenti.
La proposta deliberata dal Comune di Todi prevede, infatti, l’accorpamento alla scuola media Cocchi-Aosta dei plessi appartenenti alle 2 Direzioni didattiche di Marsciano siti nei comuni di Montecastello di Vibio, Fratta Todina e Collazzone, nonché dell’istituto comprensivo di Massa Martana.

Seconda edizione evento Ex Allievi Ciuffelli

 

La 2^ edizione dell’evento “ex-allievi Ciuffelli in mostra” che si terrà presso l’omonimo Istituto Agrario il 10 dicembre prossimo, dalle 10 alle 19, intende replicare il successo della scorsa edizione con l’allestimento di 25 stand deiprodotti delle aziende degli ex-allievi nella magnifica cornice del chiostro dell’Istituto Ciuffelli, decorato a festa per l’occasione.

L’evento farà da traino per una serie di attività collateraliche coinvolgeranno adulti e bambini e fornirà l’occasione per un “open day” dedicato alla conoscenza della scuola e della sua offerta didattica, in vista delle prossime iscrizioni.

La mostra sarà un’utile occasione per far conoscere e promuoverele aziende agricole partecipanti con le loro specialità locali che guideranno i visitatori attraverso un percorso sensoriale che si dispiegherà tra oli, formaggi, miele, legumi, vino, conserve, frutta, torrone,….ma non solo…la lista delle aziende ex-allievi aderenti é ricca e varia così come poliedrica è la figura del Perito Agrario e quest’anno l’evento ospiterà anche una sezione “ex-allievi artisti”. Artisti anche nella cucina con la preparazione in diretta dei “maccheroni dolci” sulla base della tradizionale ricetta!

L’evento aperto a tutti, dedicherà particolare attenzione ai bambini a cui sarà riservata la partecipazione ai laboratori didattici e creativi che si terranno all’interno delle serre, coordinati ovviamente da ex-allievi…e per il piacere di adulti e bambini si esibirà la squadra cinofila della Rosa dell’Umbria.

Non mancherà un momento di assoluto divertimento nell’assistere al Torneo di calcetto dove entreranno in campo squadre costituite da ex-allievi, attuali allievi e professori per una sfida “senza esclusione di colpi”.

Alle 10.30 una sfilata di trattori partirà dall’azienda agraria della scuola (Pian di Porto) per arrivare tra clacson e bandiere fino all’istituto Ciuffelli animando la domenica tuderte.

La mensa rimarrà eccezionalmente aperta e funzionante durante la mostra-mercato dando la possibilità a tutti i visitatori di pranzare nei locali della scuola.

Domenica 10 dicembre l’Associazione ex-allievi Ciuffelli vi aspetta per farvi trascorrere una giornata di festa, ce ne sarà per tutti i gusti!!!

 

Todi, piano di ricucitura per Ponterio e Pian di Porto

 

Ricucire il territorio: riqualificazione di Ponterio e Pian di Porto: è il titolo del progetto di fattibilità adottato di recente dalla Giunta comunale di Todi. Riguarda una serie di interventi volti a migliorare la qualità di un’area periurbana nevralgica della città, ai piedi del colle, posta in prossimità della superstrada, della ferrovia e della zona industriale.
La zona ha conosciuto nei decenni uno sviluppo importante e non sempre ordinato, tanto da richiedere appunto un’attenzione particolare per separare le diverse funzioni e innalzare la qualità della vita di quanti vi risiedono e vi operano.
Gli interventi progettati includono una serie di percorsi dedicati a ciclisti e pedoni, la valorizzazione di itinerari esistenti, il restauro dell’asse principale del centro di Ponterio, la realizzazione di due nuove rotatorie stradali per meglio regolare e mettere in sicurezza il traffico veicolare in corrispondenza degli innesti della Via Tiberina e dell’accesso all’area industriale a monte del tracciato ferroviario.
L’approccio urbanistico si articola in sei lotti funzionali, che vanno ad integrarsi con quanto già realizzato in questa direzione in anni recenti, ad esempio con il nuovo parco urbano a ridosso del fiume e con la riapertura del ponte in ferro, o che è sono di imminente realizzazione e, vedi il nuovo polo scolastico.
Non a caso il primo lotto prevede un percorso pedonale turistico che si svilupperà lungo il Tevere, creando un collegamento con la strada vicinale del Tevermorto con l’obiettivo di collegare le frazioni di Ponterio e Pontecuti.
Il secondo lotto intessa la strada che collega l’area industriale con San Terenziano e i quartieri residenziali in espansione, da collegare con un percorso ciclo-pedonale urbano.
Un ulteriore lotto prevede un terzo tratto, sempre ciclo pedonale, che attraversa il nucleo abitato di Ponterio e coinvolge sia le aree adiacenti alle vie di percorrenza preesistenti che il nuovo parco  attrezzato vicino al ponte Bailey.
Due come detto le rotatorie: oltre a quella di accesso all’area industriale, una è prevista allo svincolo della SS448 in direzione Orvieto.
Il penultimo lotto concentra l’attenzione sull’asse viario principale, partendo dall’attuale rotatoria vicino all’area commerciale e arrivando fino al ponte che attraversa il Rio. L’ultimo lotto, infine, il più complesso, ha sviluppato l’ipotesi del sottopasso ferroviario carrabile, opera più onerosa e che comporta ulteriori concertazioni.
“L’investimento per l’esecuzione di tutti gli interventi – informa il Sindaco di Todi Antonino Ruggiano – è individuato in 11 milioni di euro, con i quali si andrà a ridisegnare in modo profondo la vita quotidiana della località. La progettazione per lotti ci consentirà di procedere per stralci, in rapporto sia alle risorse che si andranno ad individuare che alle priorità e alle diverse esigenze funzionali. L’importante, però, è avere finalmente un disegno articolato e complessivo per il miglioramento di un’area che è già oggi strategica nello sviluppo della città”.